Dicembre 2020
Durante il lockdown di primavera, nell’ impossibilità di proseguire i laboratori, abbiamo attivato una diversa esperienza della danza, affidata a delle tracce scritte che guidavano una ricerca corporea personale e condivisa, nello stesso giorno e alla stessa ora. Alle pratiche si sono poi intrecciate le parole di chi aveva partecipato. Ne è nato, inaspettatamente, questo libro!
Oltre a comporre un ritratto sfaccettato della danza, questo libro va a toccare alcune domande del nostro tempo.
Ciò che alla fine abbiamo visto tracciarsi è la necessità di attingere e nutrire l’immaginazione irradicandola nel corpo, per comprendere ciò che ci sta accadendo senza soccombere, non solo alla pandemia ma anche ai cambiamenti dovuti alla tecnologia alla quale tutti ci troviamo, prima o poi e in qualche misura, costretti a “convertirci”.
Contemporaneamente ci viene chiesta, da più parti e a gran voce, un’altra conversione: un differente posizionamento dell’umano, al quale alcune pratiche corporee possono avvicinare, non con un ritorno al selvaggio e all’istintivo, ma con un ascolto attento e fine di ciò che di animale-vegetale-minerale si stratifica in noi e che ci accomuna ad altri modi dell’esistente troppo a lungo considerati nella nostra incondizionata disponibilità.
Era tutto un cercare possibili risposte
deposito&scivolo edizioni
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