L’elemento tecnologico si integra e si fonde al linguaggio performativo di Hit me!, lavoro di cui Chiara Bortoli firma la regia in collaborazione con Jennifer Rosa, un collettivo che focalizza la propria ricerca sui processi della danza e delle arti visive, affidando agli interpreti «consegne precise, capaci di innescare un qui e ora dove possa affiorare l’intensità dei corpi (…)». Il computer posto a lato del palco, secondo una scelta casuale di Bortoli, trasmette una playlist con le hit musicali registrate nel giorno del compleanno della performer in scena, dall’anno di nascita fino ad oggi. La telecamera, invece, è posizionata di fronte al pubblico e lo riprende come parte dello spettacolo: Francesca Foscarini improvvisa in diretta i movimenti, ma talvolta entra e si sofferma sull’inquadratura, che ne cattura la trasformazione dei dettagli anatomici nell’impatto emotivo del ritmo musicale. Il videoproiettore li riproduce così su uno schermo che funge da lente di ingrandimento per le contrazioni muscolari del volto, ormai privo di difese e pronto ad essere “colpito”. In questa sintassi live di Foscarini, il gesto personale risuona familiare e la ricerca quasi embrionale colpisce per immediatezza e semplicità nell’immaginario del pubblico: dal brano pop riconoscibile la performer si fa investire, lo respira, lo vive, lo agisce attraverso il corpo per poi tradurlo nel lessico dello spazio, utilizzando anche quello extrascenico per poi improvvisamente scomparire oltre le tende nere di fondo. (Andrea Gardenghi)
Fonte: www.teatroecritica.net/2022/11/cordelia-novembre-2022/
Qual era la hit musicale quando siete nati? E quando avete compiuto un anno? E la hit di quando avevate l’età per comprendere il significato di hit, ve la ricordate?
Interessante l’idea di Francesca Foscarini e del collettivo Jennifer Rosa con “Hit me” a Spazio Fattoria: danzare sulle canzoni di successo dei suoi compleanni. Quarant’anni di attraversamenti a tempo e ritmo di musica, per una performing art che è più spirituale e psicologica che fisica. Brani pop come “Venus” (Bananarama) e “Got My Mind Set On You” (George Harrison). E ancora, “Another day in Paradise” (Phil Collins) e “Bohemian Rhapsody” (Queen). E poi le hit del nuovo millennio: da “Lose Yourself” (Eminem) a “Poker Face” (Lady Gaga), fino a “Blinding Lights” (The Weeknd) passando per Rihanna e Adele.
Non è solo danza, ripresa con una telecamera in presa diretta, e proiettata su uno schermo che da lontano inquadra anche noi spettatori. Con il suo viso nudo, struccato, e una luce tenue e diffusa che unisce palco e platea, Foscarini interpreta i segni degli anni e le suggestioni delle epoche cui quelle canzoni sono collegate: ricordi, pensieri, proiezioni, sentimenti. Ciò che Francesca era, ciò che sognava di diventare, ciò che è adesso. Quello che aveva, o ciò che le mancava. La performer danza, corre, a volte gioca con le quinte e scompare dietro le tende.
La gioia di queste coreografie che sconfinano nel dancing dress e nella scultura non è mai né totale, né pienamente liberatoria. S’impone l’immagine fotografica, solida come pietra. Scorrono i fotogrammi di un tempo che fugge. Come sono fuggiti i corpi di alcuni degli interpreti di quei brani: Freddie Mercury, George Harrison, Whitney Houston, Dolores O’Riordan. Ognuno si ferma sui propri ricordi, sulle orme di un passato anch’esso dissolto. La musica impalpabile resta inalterata. L’arte di Francesca Foscarini, sospesa tra eterno ed effimero, meditata e improvvisata, agita Danae all’alba del suo primo quarto di secolo, ribadendo la centralità del corpo al servizio del sentimento. (Vincenzo Sardelli)
Fonte www.klpteatro.it/bertozzi-ciappina-chi-wei-bosetti-danae-22
Danae Festival, Fabbrica del Vapore, Milano – 3 Novembre 2022